Orto botanico di Padova
L’Orto Botanico di Padova, in Veneto, è il più antico Orto Universitario del mondo. Fondato nel 1545 ha mantenuto la sua ubicazione originaria. L’Unesco lo ha nominato Patrimonio dell’Umanità nel 1997 perché quest’opera è all’origine di tutti gli orti botanici del mondo. È il luogo in cui sono nati fondamentali scambi scientifici e che ha permesso importanti passi avanti nella comprensione delle relazioni tra natura e cultura. L’orto Botanico di Padova ha ampiamente contribuito ad importanti passi avanti di numerose discipline scientifiche moderne tra cui, ovviamente, la botanica ma anche la medicina, la chimica, l’ecologia e la farmacia. Orari e biglietti di ingresso sono sempre aggiornati e disponibili sul sito ufficiale.
Un bene dal valore inestimabile
L’Orto Botanico di Padova raccoglie più di 6.000 specie vegetali. Nei suoi 22.000 metri quadri sono presenti più di 3.500 diverse specie vegetali. Qui, seppur in forma ridotta, è rappresentata una parte significativa del regno vegetale. La struttura dell’Orto è circondata da un muro circolare che venne edificato nel 1552 per tenere lontani i ladri di erbe medicinali. L’ambiente interno è diviso in quattro spalti che a loro volta sono suddivisi in aiuole. Al centro dell’Orto Botanico di Padova c’è una piscina in cui vengono coltivate le piante acquatiche. È interessante sapere che per alimentare questo ambiente viene usata una falda posta a quasi trecento metri sotto il livello dell’orto.
Numerose sono le piante introdotte per la prima volta in Italia attraverso l’Orto Botanico di Padova. Fra queste il Ginkgo biloba, la magnolia, la patata, il gelsomino, l’acacia e il girasole. Attualmente le collezioni includono: piante insettivore poco dopo la Porta Nord, piante medicinali e velenose nei pressi dell’orto medicinale, piante dei Colli Euganei e Rare oltre alle cosiddette piante introdotte.
Piante secolari ma non solo
Nell’Orto di Padova sono presenti alcune piante notevoli per la loro longevità e comunemente conosciute come alberi storici. Tra queste la Palma di Goethe o Palma Nana presente nel sito dal 1585 che si può ammirare nella sua serra vicino la Porta Nord nella zona delle piante medicinali. L’acacia o robinia dal tronco cavo, che dimora qui dal 1662. Nell’Arboreto presso l’ingresso è, invece, possibile ammirare il Platano orientale del 1680. Tra la porta Ovest e Sud c’è il Cedro dell’Himalaya del 1828 che si può ammirare tra la Montagnola e la zona delle Quattro Stagioni. Il ginkgo situato all’interno della Porta Nord è del 1750. A metà dell’Ottocento, questo esemplare maschio fu innestato a scopo didattico su un ramo femminile. Perse la caratteristica forma a cono a a causa di un fulmine. A lui è dedicata un’opera di Wolfgang Goethe.
Gli ambienti dell’Orto Botanico di Padova
Le meraviglie dell’orto continuano negli ambienti dedicati in cui sono state ricostruite le caratteristiche ambientali proprie di determinati ambienti naturali per ospitarne le specie endemiche. Tra questi ci sono la macchia mediterranea, la roccera alpina, l’ambiente di acqua dolce, le piante grasse (qui anche indicate con il nome “succulente”), la serra tropicale.
Cosa a vedere a Padova
Al termine della visita all’Orto Botanico l’itinerario consigliato parte dalla Cappella degli Scrovegni, l’opera che più di tutte ha reso famoso Giotto. Non fatevi ingannare dalle apparenze esterne dell’edificio, la Cappella degli Scrovegni è un vero e proprio gioiello da visitare assolutamente. La seconda tappa si trova in direzione sud-est, lasciandosi alle spalle la Cappella degli Scovegni sulla sinistra. Si tratta dei Musei Civici Emeritani. L’ex convento dei frati Eremitani ospita infatti il Museo Archeologico, il Museo di Arte Medievale Moderna, il Museo di Arti Applicate ed il Museo Bottacin.
Lasciandosi I musei Civici alle spalle e la Cappella degli Scrovegni a destra, si raggiunge Corso Garibaldi e qui si gira a sinistra. Si continua dritto, sorpassando Piazza Garibaldi, proseguendo su Corso Cavour che continua su via VIII Febbraio fino a trovare sulla sinistra Palazzo del Bo, la storica sede dell’Università di Padova in cui hanno insegnato Galileo Galilei, Leon Battista Alberti e Niccolò Copernico.
Lasciandosi sulla destra Palazzo del Bo si torna leggermente indietro e si gira in via Guglielmo Oberdan fino a raggiungere Piazza della Frutta su cui svetta a sinistra Palazzo della Ragione. Subito alle spalle si trova la famosissima, bellissima ed elegantissima Piazza delle Erbe.
Da Piazza della Frutta ci si lascia Palazzo della Ragione sulla sinistra e si prosegue per pochi passi su via Fiume arrivando a Piazza dei Signori. A sud-ovest della piazza c’è via Monte di Pietà. Lo si imbocca e si raggiunge sulla destra Piazza Duomo. Lasciandosi il Duomo alle spalle si imbocca via Obizzi e quindi si resta a sinistra su via Soncini. All’incrocio si gira su via San Martino e Solferino fino alla Sinagoga Italiana di Padova. Siamo nel ghetto ebraico.
Proseguendo dritto si arriva in via Roma e qui si gira a destra fino alla Galleria Tito Livio, sulla sinistra. Attraversata la galleria si gira a sinistra su Riviera Tito Livio e poi subito a destra su via Gaspara Stampa. Arrivati in via del Santo si gira a destra. Si prosegue dritti su via del Santo fino a trovarsi sulla sinistra la Basilica di Sant’Antonio. L’ultima tappa di ristoro è a Prato della Valle.
Con la basilica alle spalle si imbocca via Beato Luca Belludi che ci porta dritti alla nostra ultima destinazione.
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