Matera centro storico e chiese sul Piano
A Matera il centro storico è subito al di fuori dei Sassi. L’area è denominata il Piano ed identifica l’area racchiusa tra Piazza Vittorio Veneto, via Del Corso, Piazza San Francesco e Piazzetta Pascoli (l’area del belvedere prospiciente Palazzo Lanfranchi). Menzione a parte merita la Civita, l’antichissimo nucleo storico cittadino su cui sorge la Cattedrale.
In questo articolo:
Piazza Vittorio Veneto
Palazzo dell’Annunziata
Chiesa Rupestre del Santo Spirito
Chiesa di Mater Domini
Chiesa di San Domenico
Chiesa di San Giovanni Battista
La Fontana Ferdinandea
Santa Lucia alla Fontana
San Francesco d’Assisi
Palazzo del Sedile
Chiesa del Purgatorio
Museo Archeologico Nazionale Domenico Ridola
Palazzo Lanfranchi
Matera centro storico, come nasce
Come detto in precedenza, il Piano nasce dal collasso dell’ecosistema dei Sassi. Il sistema di raccolta delle acque verso la fine del settecento entra crisi per l’aumento della densità del numero di abitanti dei Sassi. Molte delle cisterne che servivano le abitazioni vengono infatti svuotate e usate per allargare le abitazioni. Questa condizione insieme con la crisi della pastorizia, attività prevalente in quel momento storico nel materano, ben presto portarono ad una seria crisi i materani.
La nascita del Piano
Ma sono soprattutto le condizioni abitative, l’aria malsana dovuta alla sempre più scarse condizioni igieniche che spingono gli abitanti più benestanti a spostarsi sul Piano. Alla fine del settecento, inizi ottocento, nasce il nuovo asse urbano che collega tra loro le attuali via Ridola, via del Corso, Piazza Vittorio Veneto e via XX Settembre. Qui nascono nuove costruzioni, per lo più nobiliari, che poco alla volta spostano il centro della città. Come ormai risaputo, i Sassi sono rimasti popolati fino alla fine del 1950, seppure per la propria conformazione non consentissero la costruzione di condotte per l’acqua corrente e di una fognatura.
Matera centro storico, cosa vedere
Il Piano diventa quindi meta preferita delle famiglie benestanti che qui si trasferiscono insieme a numerose congreghe religiose e che qui edificano alcuni degli edifici più belli e rappresentativi della città al di fuori dei Sassi.
Piazza Vittorio Veneto
Il centro vero e proprio del Piano oggi viene considerato Piazza Vittorio Veneto. Oggi la Piazza è il centro di manifestazioni culturali di interesse nazionale. Affascina il visitatore per la sua vista sui misteriosi Ipogei sottostanti che ospitano quella che probabilmente è la cisterna più grande della città antica, il Palombaro Lungo, oggi visitabile grazie a visite guidate in loco. Dalle intelligenti aperture panoramiche regala un’affascinante vista sull’antica chiesa rupestre del Santo Spirito. Cela segretamente sotto il suo ventre una Torre Aragonese, posta proprio sotto l’ingresso principale del Palazzo dell’Annunziata, in tutto e per tutto identica alle tre torri dell’incompiuto Castello Tramontano e delle cantine con palmenti.
Palazzo dell’Annunziata
Questo imponente Palazzo che sovrasta Piazza Vittorio Veneto è stato edificato dalle chiese Claustrali dell’Ordine di San Domenico, trasferitesi qui dal Complesso rupestre di Madonna delle Virtù e San Nicola dei Greci, nel 1730 circa. Si tratta di un complesso in stile neoclassico oggi sede della Biblioteca Provinciale, il Cinema Comunale, la sala convegni e la Mediateca. La Biblioteca in particolar modo è uno dei vanti della cittadina con i suoi 250.000 volumi, fiore all’occhiello della cultura umanistica meridionale.
Chiesa Rupestre del Santo Spirito
Questa pregevole chiesa è venuta alla luce durante i lavori di riqualificazione di Piazza Vittorio Veneto. Per accedervi basta percorrere la scalinata che dalla piazza porta negli ipogei. Da qui si accede anche al Palombaro Lungo. Apparteneva ai Cavalieri di Malta e presentava un interno a tre navate, volta a crociera con costoloni con bottone, arco decorato con rilievi floreali. Oggi è ancora in parte visibile un bel dipinto che raffigura una santa martire.
Chiesa di Mater Domini
Deve la sua edificazione al crollo e all’abbandono della Chiesa Rupestre del Santo Spirito. Questa chiesa presenta chiari richiami all’iconografia dei Cavalieri di Malta. E’ infatti stata fatta edificare da Silvio Zurla, Commendatore dei Cavalieri di Malta, nel 1680. Molto bello è l’altare policromo del XIV secolo, portato qui dalla chiesa del Santo Spirito. Meraviglioso anche il campanile con la Croce di Malta rivestito da una fascia di bugnato a punta di diamante.
Chiesa di San Domenico
La Chiesa è parte di un monastero, oggi Prefettura della città, è probabilmente originaria del 1200. Così almeno sembra testimoniare la struttura esterna. Evidente il bel stile romanico della facciata con l’importante rosone del 1744. Le quattro statue che circondano il rosone sono rappresentative dell’inferno, del purgatorio, del paradiso. Al centro un cane con una fiaccola in bocca, simbolo dell’ordine dei domenicani. Il prezioso ornamento sull’altare maggiore, in carta pesta, è dedicato alla Madonna del Rosario.
Chiesa di San Giovanni Battista
A nord di Piazza Vittorio Vento, lasciando momentaneamente sulla nostra sinistra San Domenico, percorrendo la via San Biagio con a sinistra la Chiesa di San Domenico, si arriva a San Giovanni Battista. Si tratta della prima architettura edificata fuori dalle mura cittadine con il nome di Santa Maria Nuova. Si ritiene che la sua prima edificazione si debba alle penitenti agostiniane di Accon che si erano rifugiate qui dopo essere scappate dalla Terra Santa. La chiesa, per l’abbandono delle agostiniane, che si trasferirono nella zona della Civita denominata delle Monacelle, e per la vicinanza della Guerra d’Otranto visse secoli di abbandono. Nel 1695 grazie a Monsignor De Los Ryos, rinacque con il nome di San Giovanni Battista. La chiesa è di stile romanico. L’interno ha pianta basilicale con colonne quadrilobate ed archi a sesto acuto. Davvero belli i capitelli scolpiti con gusto classico e stile corinzio, con un alternanza di stili floreali e figurati. La chiesa, una delle più belle di Matera, oltre allo stile romanico denota anche uno stile arabo nei portali e gotico negli archi. Forse in origine l’ingresso principale era nella zona dell’antico ospedale (poi prigione) di San Rocco, oggi sede di importanti mostre. Oggi l’ingresso principale è sul fianco finemente decorato con volute vegetali e da colonnine pensili e sculture di animali.
La Fontana Ferdinandea
La Fontana Ferdinandea venne edificata nel 1832 sulle basi di una precedente fontana del 1500 circa. Il suo nome è un tributo al re Ferdinando II Borbone, all’epoca il reggente del Regno delle Due Sicilie, sotto cui Matera ricadeva. L’edificazione della Fontana Ferdinandea voleva rispondere al disagio legato alla penuria d’acqua cui erano sottoposti in quegli anni difficili di sovrappopolamento gli abitanti dei Sassi. La Fontana divenne un punto di riferimento dei cittadini di Matera. Era usuale che si formassero code di cittadini armati di brocche a qualsiasi ora della giornata. Si recavano qui per approvvigionare le proprie abitazioni di acqua. La zona in cui sorge la Fontana Ferdinandea è strategica. E’ posto al confluire delle acque che qui convergono dalla sorgente della collina del Castello Tramontano e dal sottosuolo. L’acqua dalla fontana continuava la sua corsa verso il Palombaro Lungo. La Fontana Ferdinandea è sempre stata un punto di riferimento per i cittadini materani. Riportata nel suo posto originario solo nel 2009, era rimasta comunque nella memoria dei cittadini che usavano dire “Ci vediamo in mezzo alla fontana“, in dialetto “‘N vdìm mjnz a la f’ntèn“ anche quando la struttura era stata spostata.
Santa Lucia alla Fontana
Questa Chiesa nasce con trasferimento delle monache benedettine dal rione Malve alla Civita. Le monache con il consenso dell’Arcivescovo del tempo acquistarono il palazzo della famiglia nobile Del Salvatore. Lo spostamento è avvenuto tra il 1770 ed il 1797 ed è ben documentato nei libri depoca che parlano acnhe di una grande cerimonia che ne celebrato l’evento. Il nome “alla Fontana” è dovuto alla Fontana Ferdinandea che all’epoca delimitava la parte nuova della città, il Piano. Il Convento è stato in uso alle suore fino al 1938, anno in cui viene registrata la morte dell’ultima religiosa qui ospite. In seguito a questo evento sono stati numerosi i tentativi di recupero del complesso. Oggi è sede della Scuola di Alta Formazione (SAF) dell’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro.
San Francesco d’Assisi
Anche questa chiesa sorge su un’antica chiesetta ipogea intitolata ai santi Pietro e Paolo. Oggi la chiesa ipogea è visitabile accedendo da una botola presente in una delle cappelle, quella in cui è raffigurata la visita di Papa Urbano II a Matera. Il nome della chiesa sembra invece legato alla visita del santo di Assisi, San Francesco nel 1200 circa
San Francesco d’Assisi ha subito diversi rimaneggiamenti. La struttura originaria risale alla prima metà del XIII secolo, è stata prima ampliata nel XV secolo ed ha visto il rifacimento della facciata nel XVIII secolo. L’attuale facciata barocca ospita al centro la statua dell’Immacolata. Ai lati San Francesco e Sant’Antonio. La navata con soffitto piano dipinto e le cappelli laterali ospitano pregevoli dipinti della scuola napoletana del seicento. Tra questi L’Immacolata con i simboli devozionali di Antonio Stabile ed il bellissimo polittico collocato sulla cantoria e realizzato da Lazzaro Bastiani.
Palazzo del Sedile
Questo palazzo eretto nel 1575 è il vecchio municipio della città di Matera. Fu eretto nel periodo in cui Matera, come città del Regno di Napoli, aveva necessità di un luogo in cui far riunire il suo Parlamento. La prima costruzione è stata rimaneggiata nel 1759, anno in cui la palazzo è stata la forma attuale. La facciata presenta un arco e due torri campanarie. Nelle nicchie presenti nella facciata sono ospitati a sinistra Sant’Eustachio, al centro la Madonna della Bruna e a destra Sant’Irene, protettrice di Altamura, con ai piedi i Sassi di Matera. Nelle nicchie laterali della facciata sono rappresentate le virtù cardinali: la giustizia, la forza, la moderazione e la prudenza.
Chiesa del Purgatorio
Questa bellissima chiesa barocca è stata edificata fra il 1725 ed il 1747 con i contributi della Confraternita del Purgatorio e dei cittadini. La facciata convessa presenta numerose decorazioni di stampo barocco incentrate sul tema della morte e della redenzione delle anime. Le decorazioni spaziano dagli angeli che si trovano nella parte superiore, ai teschi rappresentati nel portale in legno. Sul portale d’ingresso vi è una Madonna con bambino. Proprio il portale è una delle opere più belle di questa chiesa. Diviso in 36 riquadri, ha in quelli superiori i teschi di regnanti e prelati e nella parte bassa i teschi dei comuni cittadini. L’interno è a croce greca, presenta tre altari e quattro colonne in pietra locale. La cupola ottagonale è in legno, decorata con le immagini degli evangelisti e dei dottori della chiesa, poggiata su un tamburo circolare con capitelli corinzi.
Museo Archeologico Nazionale Domenico Ridola
Il Museo è dedicato a Domenico Ridola, dottore della città, che per primo si è dedicato allo studio delle antiche origini cittadine. Questo museo è uno dei più importanti d’Italia e raccoglie prevalentemente reperti dal territorio materano e di Metaponto.
Palazzo Lanfranchi
Eretto per volontà di Monsignor Lanfranchi tra il 1668 ed il 1672, presenta una facciata asimmetrica ed irregolare, divisa orizzontalmente in due parti da un cornicione. L’edificio ha inglobato la chiesa del Carmine (1610) ed il convento dei Padri Carmelitani e guarda volutamente verso il Piano. Nella cinque nicchie poste nella parte inferiore della facciata trovano posto le statue della Madonna del Carmine e di Santi. La parte superiore presenta lesene verticali complete di capitello, nove arcate cieche di cui la più grande sovrasta ed ingloba il rosone. Sopra la facciata è stato posto un frontone con un orologio al centro. Dopo l’Unità d’Italia Palazzo Lanfranchi ha ospitato il Liceo Classico “E. Duni”, dove insegnò Giovanni Pascoli dal 1882 al 1884. Oggi è sede del Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna della Basilicata. E’ suddiviso in quattro sezioni: Arte Sacra, Collezionismo, Arte contemporanea e Sezione Demoetnoantropologica.
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