Le grotte del Salento
Itinerario marino tra Santa Cesarea Terme e Leuca
Le grotte del Salento sono il frutto più spettacolare del fenomeno del carsismo costiero in Puglia. Di origine antichissima, queste grotte hanno accolto insediamenti umani già a partire dall’epoca preistorica. Lo testimoniano i numerosi reperti storici ritrovati al loro interno: graffiti, fossili e frammenti di ossa, utensili e ceramiche. Oltre che spettacoli della natura, quindi, le grotte salentine possono essere considerate un vero e proprio patrimonio culturale. Fonte preziosa di indizi per la ricostruzione storica del passato della nostra Penisola. Il percorso proposto è da fare quasi esclusivamente in barca ad eccezione della prima tappa. Grotta Zinzulusa, infatti, è raggiungibile anche da terra.
Grotta Zinzulusa
Scoperta da un vescovo nel 1793 la Zinzulusa si compone di tre grotte: la Conca, la Cripta ed il Cocito. All’interno della Conca è possibile ammirare numerose stalattiti e stalagmiti dalle forme affascinanti. La Cripta è meno profonda della Conca ed un tempo era abitata da una numerosa colonia di pipistrelli. Da qui fu estratto il guano con il quale è stato creato il primo passaggio via terra alla Zinzulusa. Il Cocito è un piccolo specchio d’acqua che è diventato un vero e proprio ecosistema subacqueo. Ci vivono dei particolarissimi crostacei sprovvisti di occhi. La Zinzulusa è stata abitata dall’uomo sin dal neolitico. Nel suo interno sono stati ritrovati resti di ossa di rinoceronti, ippopotami, elefanti ed orsi. Ma anche frammenti di utensili risalenti a circa 5000 anni fa.
Origine del nome
La leggenda narra di un crudele ed avido signorotto di Castro che costringeva la moglie e la figlioletta a vivere di stenti. La bimba soffriva in particolar modo di questa avidità. Non solo non riceveva in dono giochi e vestiti, ma era costretta a vivere nell’ignoranza. Il padre, infatti, considerava le spese per l’istruzione come superflue. Commossa dalle lacrime della bambina, una fata venne in suo soccorso. Le regalò quindi un bellissimo vestito stracciando in mille pezzi il vecchio cencio che indossava. I brandelli del cencio, zinzuli in dialetto, furono portati via dal vento verso il mare. Qui si assemblarono dando vita alla Zinzulusa, appunto. Gli zinzuli sono i merletti di calcare che rivestono l’ingresso della cavità donando alla grotta una bellezza unica. Altre fonti fanno derivare il nome della grotta da un albero molto diffuso a Castro, il giuggiolo, o zinzinusa in dialetto.
Grotta delle Striare, Grotta Romanelli e Grotta Azzurra
Esclusivamente in barca è possibile visitare le numerose altre grotte di questa lingua di costa. Se non si possiede una barca propria, è possibile noleggiarne una nei pressi di Castro Marina. L’itinerario marino può agevolmente partire da qui.
Tra tutte le grotte visitabili quelle importanti e suggestive sono la Grotta delle Striare, la Grotta Romanelli e la Grotta Azzurra.
Grotta delle Striare
La grotta delle Striare, che in dialetto significa streghe, si apre con aspetto sinistro su una maestosa falesia. È chiamata così per il suo aspetto inquietante dove artigli di roccia sembrano disegnare delle mani dalle lunghe unghie. Secondo la leggenda, la Grotta delle Striare era abitata dalle streghe. Queste, quando soffiava lo scirocco, si divertivano a mescolare le esalazioni dell’acqua salata con quelle delle acque sorgenti sulfuree della zona.
Grotta Romanelli
Molto vicina alla Grotta Zinzulusa la Grotta Romanelli ha un vano interno piuttosto piccolo. 35 metri per 16 circa in tutto. Fu scoperta ai primi del ‘900 da Paolo Emilio Stasi, pittore salentino appassionato di paleontologia. Al suo interno sono stati rinvenuti numerosi reperti che testimoniano del passaggio di uomini vissuti milioni di anni fa. Tra questi figurano alcuni strumenti rudimentali risalenti all’uomo di Neanderthal. Gli splendidi graffiti alle pareti costituiscono uno dei rarissimi esempi di arte paleolitica del Mediterraneo. Conservati magnificamente questi meravigliosi manufatti fanno della Grotta Romanelli uno dei siti archeologici più importanti d’Italia. Frammenti di ossa di gabbiani artici e pinguini boreali testimoniano di come si fossero spinte verso sud le glaciazioni. Oggi la grotta è protetta da una inferriata e non è più visitabile. È comunque possibile ammirare dal mare la sua imponente bellezza pregna di storia.
Grotta Azzurra
Piccola e poco profonda questa grotta si presenta come un’unica cavità al cui interno le acque assumono un colore azzurro intenso. Questo grazie ai riflessi della luce che si rifrange sullo specchio d’acqua. Da qui il nome della grotta che è popolata da moltissime specie di pesci e fauna marina.