Le Cascine della Pianura Padana
Le cascine della Pianura Padana come testimonianza del nostro passato agricolo
La cascina è il segno più evidente del florido passato agricolo del nostro paese. L’intera Pianura Padana è disseminata di queste antiche costruzioni agricole in mattoni rossi. Le Cascine sono una presenza costante e caratteristica di tutto il territorio lombardo a sud della linea dei fontanili. Con la loro sagoma bassa e allungata ed i loro tetti a tegole, sono la testimonianza storica di quell’agricoltura fortemente produttiva tipica della bassa padana.
Origine del nome e organizzazione interna
Il termine cascina è largamente diffuso in varie versioni a seconda delle epoche (capsina, caxina, cassina) e con dizioni diverse a seconda delle regioni e delle zone dove queste sorgevano. Casinna in Lombardia, Casina in Piemonte, Casena in Romagna indicano tutte la stessa struttura agricola. Le cascine della Pianura Padana sono, sicuramente, una delle architetture più tipiche – se non le più tipiche – dell’edilizia agricola di quest’area.
La struttura è generalmente a corte, spesso a corte chiusa, e racchiude tutti gli edifici necessari alla conduzione di un grande fondo agricolo. I suoi antenati possono essere ricercati nel castello di pianura, a pianta quadrangolare, e nelle grange delle abbazie medievali. Rispetto a queste costruzioni, però, la cascina è una struttura più recente. I primi esempi risalgono al Sei-Settecento ma la maggior parte è stata costruita nell’Ottocento. L’organizzazione interna delle cascine della Pianura Padana è complessa. Questa comprende:
- la casa dominicale, che corrispondeva alla casa del padrone del fondo o, più spesso, del suo fittavolo;
- le abitazioni per i salariati, che erano rigidamente divise secondo le competenze: dal camparo che fungeva da capo per il lavoro nei campi, fino al bazzalone, il cuoco. Poi c’erano gli alloggi per i bifolchi e sottobifolchi, per i contadini e per lo strapazzone, l’uomo di fatica tuttofare;
- la caneva, ovvero la cantina;
- il locale per il torchio delle uve;
- le dispense;
- la lavanderia;
- il forno per il pane;
- il caseificio, con i locali adibiti alla cottura del latte;
- l’aia per la trebbiatura;
- i ricoveri per gli animali: stalle, fienili, depositi, concimaie, porcilaie, portici per la stabulazione estiva.
Insomma, una vera e propria azienda autosufficiente e gerarchicamente organizzata. Una versione “capitalista” della vecchia curtis medievale. Nelle cascine più grandi era possibile addirittura trovare la cappella in modo che i contadini non si allontanassero dal complesso agricolo neanche nei giorni di festa!
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