Il Castello Aragonese d’Ischia, l’affascinante rocca che racconta la storia di Ischia nel mondo
Il Castello Aragonese d’Ischia può essere considerato il simbolo dell’isola per varie ragioni. Per una ragione geologica perchè sorge su una rocca vulcanica di superba bellezza che si staglia nel blu del mare sovrastando l’intero borgo di Ischia Ponte. Ma soprattutto perchè la sua storia racconta l’intera storia dell’isola.
Le origini
La prima fortezza fu costruita nel 474 a.C per volontà del tiranno di Siracusa Gerone I. In quel periodo i Siracusani, venuti incontro ai Cumani nella guerra contro i Tirreni, dominavano l’intero golfo partenopeo. La fortezza di Gerone fu costruita su quello che anticamente era uno isolotto di origine vulcanica, che distava dall’odierna Ischia Ponte, circa 200 metri. Nel 315 a.C. i Romani fondarono ad Ischia la città di Aenaria e molto probabilmente utilizzarono il Castello come fortino difensivo edificandovi alcune abitazioni. Nei secoli successivi, con l’incursione dei Visigoti, degli Unni e dei Vandali, il Castello conobbe un triste periodo di decadenza.
L’eruzione del Monte Epomeo
L’eruzione del Monte Epomeo del 1301, costituì una spinta notevole allo sviluppo dell’insediamento sul Castello. La rocca dove era stato costruito, infatti, garantiva una maggiore tranquillità e sicurezza agli ischitani. In pochi anni il Castello diventò una vera e propria cittadina. Con Alfonso d’Aragona, nel 1441, fu ricostruito il vecchio Maschio d’età angioina. L’isolotto fu congiunto all’isola maggiore con un ponte artificiale. Furono infine costruite poderose mura e fortificazioni dietro le quali gli ischitani trovarono rifugio e protezione contro le incursioni dei pirati.
Il periodo d’oro del Castello Aragonese d’Ischia
Il periodo di massimo splendore per il Castello corrisponde agli ultimi anni del XVI secolo. All’epoca la rocca ospitava poco meno di 2000 famiglie, il Convento delle Clarisse, l’Abbazia dei Basiliani di Grecia, il Vescovo col Capitolo ed il Seminario ed il Principe con la guarnigione. 13 erano le chiese di cui 7 erano parrocchie.
Il declino del Castello Aragonese e la sua trasformazione in carcere
Intorno al 1750, oramai scemato il pericolo delle incursioni piratesche, gli ischitani cominciarono via via ad abbandonare il castello in cerca di più comode dimore. Spinti soprattutto dall’esigenza di potersi dedicare alle attività che da sempre avevano garantito la loro sussistenza: la pesca e l’agricoltura. Nel 1809 gli Inglesi assediarono la rocca tenuta all’epoca dai Francesi. Sotto il fuoco incessante dei loro cannoni, il castello fu quasi completamente distrutto. Nel 1823 Ferdinando I, re di Napoli, mandò via gli ultimi abitanti e trasformò il castello in un carcere per gli ergastolani. Nel 1851 fu adibito a prigione politica per gli oppositori al potere borbonico. Nel 1874 si trasforma in una colonia per delinquenti comuni fino al 1890. Nel 1912 lo Stato mise all’asta il Castello, che fu acquistato da privati che ne curano i restauri e la gestione.
Il panorama mozzafiato dalla cima del Castello
Per chi visita Ischia per la prima volta, una tappa al Castello è d’obbligo. Il suo nucleo centrale può essere raggiunto a piedi per i più sportivi oppure con un comodissimo ascensore. Da qui si può partire alla scoperta dei punti di interesse storico e culturale del Castello. Questi sono indicati molto bene nella guida che verrà offerta ai turisti con l’acquisto del biglietto (10€). Ma oltre ai luoghi di interesse culturale il Castello Aragonese saprà soddisfare le esigenze anche di chi ama le visite da cartolina. I più romantici, infatti, potranno godere dei mille meravigliosi scorci panoramici che il Castello offre. Dalle terrazze assolate, dai giardini, dalle strette stradine e dai sentieri, da ogni angolo di questo maestoso monumento è possibile godere di un panorama emozionante. Uno sguardo aperto sul mare blu dove la vista può spaziare da Gaeta fino a Capri, perdendosi nell’infinità del mare.
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